martedì 29 aprile 2014

L'esordiente e la grande illusione della distribuzione capillare


Oggi voglio parlarvi della distribuzione, sogno di tutti gli scrittori e un po' meno dei piccoli editori.
Su questo argomento la massa degli esordienti e emergenti scrittori riversa tutte le proprie aspettative di vendita e quindi di successo. E pure gli editori alle prime armi.
Niente di più falso.
Tralasciando i casi sporadici di grandi gruppi che distribuiscono migliaia di copie in contemporanea, spesso nei propri store monomarca, e lanciano qualche titolo con grande impiego di mezzi stampa e tv  e comunque danno una certa visibilità con il posizionamento dei volumi, basta poco per smascherare questa assurda favola della distribuzione capillare.
Chi ha un po' di esperienza in mondo editoriale, parlo di autori intelligenti e anche addetti ai lavori, ormai ha capito bene che ci sono diversi livelli in questo ambiente. Delle caste che è molto difficile salire e cambiare un po' come in India. Questo si ripercuote anche nella distribuzione, per cui è sciocco chiedere a un piccolo editore come è distribuito. Come volete che sia distribuito?
Ecco la mia divisione, per lo meno quello a cui sono arrivata con un po' di esperienza  in varie caste.
Cielo. I grandi editori poggiano su grandi distributori, spesso fanno da soli, e aprono le porte a grossi agenti che filano solo autori di spicco e difficilmente esordienti senza precise segnalazioni. Insomma tutti molto grandi, con molte aspettative e giri e contatti che i piccoli si sognano. Qui gli autori sono tanti, e anche se distribuiti, vengono lasciati a se stessi, tranne pochi casi.
Terra. I medi  e piccoli editori, bravi onesti, che spesso  rischiano su esordienti, e tengono linee editoriali  ben riconoscibili.  Essi aspirerebbero alla buona distribuzione, ma spesso fanno da soli, cercano di coprire una o più regioni con librerie fidate, hanno contratti con le piattaforme. Spesso non vengono accettati dai distributori se non producono un alto giro di vendite, o numeri di libri all'anno, e il ogni caso hanno problemi a pagare il 60% ai distributori. Questi si appoggiano su altrettanto medie agenzie, che tra autori rappresentati e lavori a pagamento, sopravvivono. Qui gli autori sono tanti ma non tantissimi, spesso c'è collaborazione nella vendita di un titolo, anche se con mezzi limitati.
Inferno. I piccoli editori disonesti, spesso non malvagi, solo schiacciati dal sistema. Questi non distribuiscono, coprono qualche libreria a richiesta e spesso non hanno contratti nemmeno con le piattaforme.Trafficano con agenzie simili, che promettono contatti e spillano soldi con insulse  schede di lettura.
Gli scrittori, quindi, devono imparare a distinguere in che livello si trovano e pensare di conseguenza. Inutile illudersi, i piccoli e medi onesti editori faranno il possibile per sostenerli, ma " le giovani o meno brillanti promesse" come dice Culicchia, non avranno mai visibilità al di fuori di aree circoscritte. E pure se pubblicassero con i big, pure se fossero capillarmente distribuiti, senza battage pubblicitario non si venderebbe nulla.  Le big non fanno pubblicità a tutti, sappiatelo. Spesso, passati da esordienti a emergenti e poi autori, dovrete combattere con l'ufficio stampa e infine farvene una ragione: non vi fila più nessuno.   Dovrete conquistare da soli il pubblico, viaggiando e smazzandovi. In tutto questo dove è finita la distribuzione capillare di migliaia di copie? Nelle librerie, uno o due volumi, di costola, tra i migliaia di titoli. e solo l'angelo custode vi prenderà in mano, o vostra cugina emigrata a Milano.
In conclusione, la distribuzione per un autore nuovo, senza battage, non ha un gran valore. E' più una  vanità di scrittore, che porterà  ( non dico sempre ma spesso) a cocenti delusioni quando vedrete che, nonostante tutto, non siete in libreria ovunque, ne' vi conosce alcuno. Perché non è la presenza capillare in libreria che risolve una totale mancanza di comunicazione. L'importante, quindi, è comunicare che esistete. Ormai tutti possono ordinare un un libro su internet.
Dimenticavo: talvolta ( e parlo ai piccoli autori)  è meglio ordinarsi il proprio romanzo e tenerlo in casa, almeno lo spedirete con l'autografo :) a parenti e amici che altrimenti vi romperanno le orecchie con la solfa di non riuscire a trovarvi da nessuna parte.

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