martedì 14 giugno 2016

IN GIARDINO CON LO SCRITTORE Francesco Mastinu autore di “Sono solo Parole”, Amarganta 2016

Oggi siamo ospiti  di  Francesco Mastinu autore di “Sono solo Parole” uscito nel 2016 per Amarganta. 

Cagliari, 2001. Lo sguardo verde e magnetico di Erika folgora Simone. La nuova compagna di classe di Alba, Mirna e Manlio irrompe nell’esistenza di un ragazzo tranquillo che, pieno di aspettative, si affaccia alla vita. Erika sta fuggendo un passato difficile ed è determinata a non innamorarsi mai più. Solo  la bellezza e la devozione di Simone riescono, seppure per un breve periodo, a illuderla che l’amore puro possa esistere davvero e che sia raggiungibile anche per lei.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.

Ami vivere in città o in campagna?
A dire il vero non saprei cosa scegliere: di sicuro, a livello umano, trovo molto affascinante la vita quotidiana e casalinga in un luogo appartato, che consenta di raccogliersi maggiormente con se stessi. Quindi ti direi in campagna, ma dall’altro punto di vista, per questioni pratiche, avere una casa in centro città o comunque nell’aggregato urbano che ti consenta di spostarti senza ricorrere per forza a viaggi in auto, lo trovo comunque indispensabile per la qualità della vita e soprattutto per economizzare il tempo, che, come ben sappiamo, non è mai abbastanza. Poi dipende, ci sono luoghi che ti catturano il cuore. Di sicuro amo vivere in un posto a dimensione umana ma che nel contempo sia capace di darmi delle emozioni quotidiane. Ho vissuto sia al centro urbano che in aperta campagna, è dura scegliere tra la comodità di avere tutto a portata di mano e magari svegliarsi la mattina con il coro degli uccellini in primavera che volano da un albero all’altro. Aria pura, respiro. Io partirei da quello.

Preferisci un giardino o un terrazzo (e se non lo hai cosa sceglieresti)?
Attualmente non posseggo né l’uno né l’altro, preferirei però il giardino di sicuro, per quanto sia noto che non abbia il pollice verde e non è che frema dalla voglia di occuparmene. Credo dipenda sia dalla predisposizione personale che dal periodo che stai vivendo. A volte curare il verde aiuta tanto a entrare in contatto con la propria natura. E ci sono momenti in cui, anche per uno come me, è necessario farlo.

Trovi impegnativo curare il verde? Cosa coltiveresti? Solo fiori o proveresti anche a fare l’orto?
Lo trovo molto impegnativo per uno come me che ha pochissime competenze di giardinaggio e botanica. Un tempo, quando avevo il giardino, mi attardavo nella cura sia di piante da frutto che dei fiori, ma i risultati non sono mai stati ottimali. Preferisco godere dei benefici dei giardini lasciano agli esperti la cura e la limitazione dei danni, a essere sincero. Per me comunque è bello sia avere dei fiori che gli alberi. Sì, gli alberi mi piacciono tanto, soprattutto perché diventano un fulcro di vita, non solo della pianta: uccelli, insetti, piccoli mammiferi. Trascorrerei ore a osservarli incuriosito.

Ci descrivi il tipo di giardino/ terrazza preferisci, angolo relax che preferisci? (Romantico all’inglese, Zen, moderno con contenitori e lampade a tema, naturale rustico,  simmetrico all’italiana, una poltrona e una pianta…)
Devo essere sincero: l’imperativo è la comodità. Per cui sicuramente in tema naturale e rustico, con luoghi dove potersi distendere o sedere e pensare, scrivere, osservare. Più sono aromatici e colorati, meglio è.

Riesci a scrivere e leggere all’aperto?  Cosa altro ti piace fare (ad esempio barbecue, ginnastica, dormire ecc)?
Devo dire che i luoghi appartati e i contesti naturali agevolano molto sia il livello emotivo che precede la scrittura, che proprio l’attività in sé dello scrivere. Mi capita spesso, se ne ho modo, di scrivere in giardini, o anche al mare, in mezzo alla natura. Di solito comunque mi riposo, osservo e cerco di entrare in sintonia con me stesso, magari anche attraverso la meditazione.

Ti piace mangiare all’aperto? Ti piace fare colazione, merenda o un pasto principale?
 Se il clima lo consente e se lo spazio concilia, mi piace mangiare all’aperto, quale che sia il pasto. Di sicuro meglio in primavera o estate, quando c’è freddo non disdegno il fuoco e l’ambiente chiuso.

Inviti amici a passare qualche ora nella tua oasi verde? Hai una ricetta di biscotti o una torta dolce o salata da poter consigliare per fare colazione o merenda tra il verde? *Ricetta*
Ahahahahah! Io sono una frana a fare dolci, perché mi sono sperimentato pochissimo. Di solito me la cavo meglio col salato. Trattandosi di un ambiente rustico, proporrei una delle mie torte salate.
È semplice da fare.
TORTA RUSTICA Micia Mici ( poi vedremo perché...)

 A parte si cucinano gli ingredienti (zucchine, oppure funghi, carciofi e patate, o patate e pancetta e prosciutto, o quello che preferite) in padella con un filo d’olio, acqua se serve, e un pizzico di prezzemolo e aglio. Nel contempo stendete la pasta sfoglia e la riponete in un contenitore da forno, o una teglia.
Sbattete poi tre uova, ci versate formaggio grattugiato alla bisogna e cubetti di mozzarella. Quando l’ingrediente è pronto, lo mischiate all’uovo e accendete il forno a 180 gradi circa. A temperatura raggiunta, spruzzate il pan grattato sulla pasta sfoglia e la bucherellate con la forchetta, infine ci aggiungete sopra il composto dell’uovo con l’ingrediente, livellano bene l’amalgama. Dopo di ché mettere un bello strato di formaggio, chiudere i lembi della sfoglia ai margini e infornare per 30/40 minuti (dipende dal forno che usate), o fino a che la sfoglia non si dora e il formaggio sopra non fa la crosticina. A quel punto spegnete tutto, lasciate freddare e servite. Io ne faccio parecchie di queste torte e ogni tanto me ne invento con qualche ingrediente nuovo. Nutrono e sono buonissime.

Hai un animale domestico? Quale e come si chiama? Come si comporta mentre scrivi?
Vivo in appartamento con quattro gatti e un altro umano. Diciamo che gli spazi per mia fortuna non sono piccoli per consentirci di vivere e che comunque l’amore tra me e i felini colma anche la vicinanza ristretta. Si tratta di una famigliola composta dalla mamma, che è mia sin da cucciola, Fagiolina e dai suoi tre figli Sissi, Billy e Codino.
Ma il mio rapporto speciale è di sicuro con Fagiolina, la mia anima gemella. Lei apprezza molto quando scrivo,soprattutto se sono in posizioni comode e sto usando carta e penna: mi si posa sopra e ronfa, sempre che non sia attirata dal movimento della penna, perché allora sfodera gli artigli e inizia a giocare.
Lei però apprezza di meno quando sono al computer. Mi si mette in grembo, si struscia contro le mani o occupa proprio la tastiera per impedirmi di scrivere e obbligarmi a coccolare lei. Secondo voi chi vince?

Nei tuoi romanzi i paesaggi sono accuratamente descritti?  Usi mai un elemento naturale per esprimere uno stato d’animo o il pathos di una azione attraverso l’ambiente?
Per me l’ambientazione è fondamentale nella narrazione e soprattutto nell’espressione di ciò che voglio narrare. Per cui sì, una location ben precisa, una descrizione di quanto c’è intorno, particolari eventi atmosferici giocano sempre all’interno della scena per darle maggiore spessore narrativo e/o rinforzare l’emotività della storia o del dialogo. Questa predisposizione diciamo che l’ho raffinata negli anni, dando allo spazio e all’emotività correlata a esso sempre maggiore importanza. In effetti, poi, con la serie di “Emozioni del nostro tempo” (che comprende Falene, Foglie e Sono solo parole) trattandosi della mia città (Cagliari) ho provato a dare una connotazione più precisa e puntuale anche dei luoghi e della toponomastica, e in effetti, chi ha letto i libri e ha poi visitato la città, si è ritrovato nei suoi scorci e, con enorme piacere da parte mia, nelle mie emozioni.

Nel tuo ultimo romanzo “Sono solo parole”, c’è un passo particolarmente  affascinante che riguarda un elemento naturale  (un bosco, un fiume, un prato,  un  giardino, un fiore , una nuvola…)? Perché hai deciso di usarlo?
Trattandosi di Cagliari, e di una situazione particolare tra i due protagonisti, sedicenni, ho usato la spiaggia del Poetto, di notte, con una bellissima luna rossa che si staglia all’orizzonte illuminando il mare. Ok, quello della spiaggia è un po’ un mio archetipo, perché molte delle cose che scrivo alla fine, si ritrovano vicino al mare, credo che dipenda dal mio essere isolano. Ma in questo caso specifico, al capitolo 10 della storia, l’atmosfera si coniuga con la scena in modo intenso: Il rumore delle onde, la luna rossa e piena, il profumo della salsedine, la sensazione della sabbia, i rumori … Un quadro che quasi fagocita Erika e Simone, in un momento molto importante della loro storia, o che perlomeno io ho cercato di rendere tale.

Ti ricorda qualche tua esperienza diretta o è completamente inventato?
Beh gran parte di quel che scriviamo, se non proprio tutto, non è mai inventato e nel contempo appartiene solo alla nostra fantasia.
Qualcuno diceva che scrivere ti consente di vivere due volte, e un po’ è vero, perché non facciamo altro che rielaborare il vissuto e quel che riteniamo importante comunicare al lettore. In questa scena specifica, di vero di sicuro c’è il mio mare, un paesaggio a cui ho assistito migliaia di volte e il romanticismo che mi contraddistingue e che un po’ mi rende, nella vita come nella scrittura, quel personaggio un po’ fuori dalla modernità. Ho sempre detto di essere l’ultimo dei romantici, e io per primo ci credo in questa affermazione.

In copertina spesso vengono usati fiori, o sfondi naturali; cosa ne pensi? Se avessi dovuto suggerire tu al grafico la copertina del tuo ultimo romanzo, cosa avresti usato?
Se ripenso alle copertine della serie a cui appartiene “Sono solo parole”, in effetti l’elemento naturale è predominante. Forse in quest’ultimo riemerge l’elemento umano, perché in copertina, su uno sfondo verde di un viale alberato, ritroviamo i due protagonisti in scooter, che ridono. In effetti questa copertina si ribilancia nella concretezza, laddove le due sorelle di Foglie e Falene rappresentano elementi puramente naturali. Nel primo libro c’è una farfalla notturna sullo sfondo di una luna piena, nel secondo una foglia che galleggia nell’acqua, molto rappresentative tra l’altro della metafora che intendevo rappresentare. Per cui devo dire che prendendo in considerazione l’intera serie, non avrei saputo suggerire di meglio al grafico del mio editore. Di solito la copertina deve rilanciare l’appartenenza al tema: per cui ben venga l’elemento naturale, ma se è pertinente con il messaggio della storia.

E ora piantiamo un seme, un seme anche simbolico se desideri, che ci sveli di che tratta  il tuo ultimo romanzo: che seme vorresti piantare?
Sono solo parole nasce come crossover della trama principale di Emozioni del nostro tempo. In esso ritroviamo come protagonisti Erika e Simone, due personaggi che in Falene e Foglie vengono a malapena menzionati in determinati passaggi, perché centrati più sul vissuto di Manlio, Enrico e Mirna. È una storia che è nata una mattina d’estate, mentre ero al mare, e che ho scritto a rotta di collo, perché mi divertiva tanto. Rivediamo anche Mirna e Manlio, li conosciamo da giovani, al liceo, li riprendiamo nei momenti di Falene e li proiettiamo nel futuro, tutto ovviamente filtrato dalle vicende tra i due protagonisti che sono amici di vecchia data e che con loro crescono, si ritrovano e si allontanano di nuovo, proprio come succede nella vita di tutti noi. Un’altra cosa che caratterizza questo romanzo, che seppur legato alla serie può essere preso singolarmente, è di certo la tematica amorosa, che diviene centrale, mentre l’elemento LGBT rimane appena accennato, poco presente in sé, se non in alcuni dettagli nel corso delle vicende. È il mio primo esperimento di romance moderno con protagonisti eterosessuali, insomma. Ovviamente scritta a modo mio, con i miei temi, le mie malinconie e il mio modo di riportare le emozioni.

 Ci lasci  un piccolo incipit del tuo romanzo? anche quello è un piccolo seme…
Volentieri!

Prologo
“Bastava avere soltanto il coraggio”


Ci aveva pensato per tutto il giorno ma la sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso, apparteneva a una vita intera, la sua. Era iniziata dal momento in cui l’aveva vista per la prima volta, tanti anni addietro, al terzo anno del classico.
Un chiodo fisso.
Simone sbuffò, entrando nel palazzo. Salì a piedi le due rampe di scale, era il momento di tirare fuori tutto ciò che in passato avevano nascosto, intimoriti dalla grandezza di quanto sarebbe potuto accadere.
Prese un respiro profondo dinanzi al portoncino. L’ora di cena era passata, probabilmente Erika stava mettendo i figli a letto.
Il cuore gli rimbombava forte nel petto, premette il campanello e lasciò risuonare il trillo un paio di volte.
Posò una mano sul mento, aveva la barba di qualche giorno. Accennò un sorriso preoccupato, per poi guardare la luna che si alzava nel cielo dalla finestra del pianerottolo. Era una metà piena, rossa, cupa e silenziosa, la stessa di un tempo, di una notte in spiaggia.
“Magari non è in casa” si disse, per poi essere smentito dai passi che si trascinavano dietro l’uscio. Mentre realizzava la consistenza effimera del coraggio che lo aveva condotto sino a lì, lei comparve spalancando il battente con leggero impeto.
Simone, Erika. Uno di fronte all’altra, come sempre, senza fare un passo ulteriore, con addosso il tempo passato. Solo che forse si era convinto che questa volta qualcosa sarebbe potuta cambiare. Erika era immobile, lo fissava incredula, conosceva la ragione di quella visita. Lo aspettava nonostante le basette che avevano iniziato a ingrigirsi, il fisico più asciutto, le prime rughe di espressione.
Lo aspettava.
Un’attesa lunghissima, riempita da un silenzio imbarazzato e inconsapevole.
«Ciao» sospirò Simone. Erika si limitò a farsi catturare dalla trama delle iridi castane, connettendo un’altra volta ancora il filo indissolubile che raccordava un passato, il loro passato. A trent’anni, nessuno dei due era stato capace di dimenticare o di rammentare con un sorriso e basta, di scacciare un ricordo con un gesto affrettato della mano.
Forse il treno che aspettavano stava passando in quel momento per entrambi.
Erika non si vergognò delle condizioni trasandate. Il trucco o un vestito migliore non contavano niente. Era solo l’istinto a frenare l’intenzione che le avrebbe fatto allungare la mano verso quella di Simone per stringerla piano.


Grazie
Grazie infinite a voi!




Dati del romanzo e link di acquisto:
Titolo:Sono solo parole
Autore: Francesco Mastinu
Editore: Amarganta
Pagine: 350
Quarta di copertina: Cagliari, 2001. Lo sguardo verde e magnetico di Erika folgora Simone. La nuova compagna di classe di Alba, Mirna e Manlio irrompe nell’esistenza di un ragazzo tranquillo che, pieno di aspettative, si affaccia alla vita. Erika sta fuggendo un passato difficile ed è determinata a non innamorarsi mai più. Solo  la bellezza e la devozione di Simone riescono, seppure per un breve periodo, a illuderla che l’amore puro possa esistere davvero e che sia raggiungibile anche per lei.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.




Bio:
Francesco Mastinu è nato nel 1980 sotto il segno dell’Acquario e vive a Cagliari, vicino al mare. Convive con il suo compagno e spera ancora di poterlo sposare anche se si trovano entrambi in Italia, ha sempre i 4 gatti a sovraintendere ogni sua attività quotidiana. Dopo aver pubblicato
numerosi racconti in antologie collettive di alcuni editori italiani, ed essersi dilettato con il genere erotico sotto pseudonimo, ha ufficialmente esordito con il romanzo “Eclissi” (Lettere Animate, 2012) seguito da “Polvere” (Runa Editrice, 2014) e la raccolta di racconti brevi “Concatenazioni” (Edizioni 6Pollici, 2014). “Sono solo parole” è il suo terzo romanzo della serie “Emozioni del nostro tempo”. Precedono "Falene" (Amarganta, 215) e "Foglie" (Amarganta, 215)

Collabora con l’editore Amarganta per la collana LGBT e per la gestione del portale “Vite Arcobaleno”.

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