lunedì 27 ottobre 2014

L'UMILTA' NON E' UNA DOTE DA SCRITTORI



L' umiltà non è una dote da scrittori, e sopratutto da esordienti/emergenti. Nella mia piccola esperienza in rete, sia come autrice che lettrice e blogger, parlando con tanti autori piccoli e grandi, devo dire che, a parte pochissime eccezioni, tutti gli scrittori pensano di essere bravi, incompresi e migliori di tanti altri che hanno avuto la  "fortuna" di pubblicare con big ce. Non solo, ma anche dopo anni di gavetta, raggiunto il traguardo di essere inseriti in una decente scuderia, non fanno tesoro della loro storia personale e iniziano a fregarsene degli amici, dei colleghi sfigati, dei lettori futuri, pavoneggiandosi del piccolo, e dico piccolo risultato raggiunto. Vorrei ricordare che, a parte sempre i veri pochi autori bravi (di solito simpatici e semplici) e posso dire di conoscerne un cinquina al massimo ( ma non farò nomi ) è difficile rimanere a galla per anni, che serve l'aiuto degli amici e dei lettori, che in breve tempo si emerge e in ancora più breve tempo si viene sorpassati e dimenticati. L'umiltà e il reciproco aiuto paga sempre, con editor e lettori. Ho assistito a presentazioni indecenti di esordienti pieni di boria, pompati dai partiti politici e ora finiti nel nulla. Sarebbe saggio costruire  il nostro zoccolo di lettori sui  buoni romanzi ma anche sulla gentilezza e la cordialità con i simili, gli amici,  la stampa e  la CE.  Nessuno è specialissimo, o tanto originale da non essere sostituito;  possiamo essere scaricati in qualsiasi momento.  In ultimo vorrei dire agli scrittori che lamentano poche vendite, che come amano essere comprati e letti, dovrebbero fare altrettanto con altri autori, anche piccoli, anche amici, il passaparola parte da quelli non dall'ufficio stampa e come fa loro piacere avere due righe di commento, potrebbero fare altrettanto, scendendo dal loro piedistallo traballante.

IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Evelyn Storm,La voce del sentimento,2014



Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autrice Evelyn Storm, La voce del sentimento, auto pubblicazione, anno di uscita 2014, per averci aperto la porta della sua cucina. L'autrice decide di fare  questa esperienza di self publishing, comune a molti scrittori in questo momento, avendo alle spalle  esperienza da blogger e scrittrice, come potrete leggere nella Bio in fondo all'intervista. 
     
La voce del sentimento:  Quattro avventure in un unico romanzo. Quattro coppie seducenti e diverse tra loro, Veronica e Roberto, Daralis e Ronan, Petra e Josh, Cindy e Dylan, ma accomunate da un unico filo conduttore: la promessa di un amore “eterno”. Quattro storie con un argomento specifico, che spazia dalla vita vera al fantasy, dallʼombra alla luce, dal sentimento alla passione, dallʼItalia allʼestero.

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Sì, decisamente amo mangiare bene, anche se non sempre lo faccio. Ogni tanto mi lascio andare a cibi non proprio salutari. In quanto a cucinare, mi piace molto anche quello. Soprattutto dolci, primi e antipasti.
Lo fa per dovere o per piacere? Un po' per tutti e due.
Invita spesso amici a casa o è ospite di altri? Sì, spesso ho invitato gente a casa, ma sono anche stata invitata.
Ha mai conquistato un uomo cucinando? Diciamo che il mio fidanzato l'avevo già conquistato, ma certo gli ho preparato tanti dolci e cene a lume di candele che hanno solo aiutato la mia causa: farlo diventare mio marito. Ora, infatti, siamo sposati.
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Non ho di questi problemi. Mio suocero è stato uno chef e cucina ancora molto bene, e mio marito ha preso da lui. È più bravo di me. Ma parlando per ipotesi, credo di no.
Quando ha scoperto questa sua passione? Ai tempi del liceo trovavo distensivo e rilassante cucinare dolci. Anzi, era diventata un'abitudine fissa. Poi ho continuato facendo feste in cui far assaggiare i miei manicaretti. Ma, dopo il matrimonio e la nascita dei bimbi, devo dire che cucina di più mio marito. Intendo che si diletta a creare di tutto, mentre io in settimana cucino normalmente e relego le specialità nei week end. Non sempre, però. 
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Ricordo che ero nella cucina dei miei e ho aperto un gigantesco libro di ricette. Gli occhi mi si sono illuminati e ho girato le pagine fino a che non ho visto un dolce fantastico. Ho aperto subito il frigorifero e la credenza, ho messo insieme i vari ingredienti e li ho mescolati con cura. Ho imburrato e infarinato la teglia e ho atteso con il cuore in gola. Una volto pronto, c'era nella cucina un odorino da leccarsi i baffi. Ho decorato la torta, dopo averla fatta raffreddare, e ho aspettato di servirla per ricevere gli elogi della mia famiglia. Cosa che puntualmente è successa. Che soddisfazione!
Ha un piatto che ama e uno che detesta? Amo i gnocchi alla romana e detesto la trippa. Il solo odore mi fa vomitare.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Il grigio, forse. Intendo di quelle carni che sembrano grigiastre. O forse il marrone. A parte le castagne, che adoro.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere? No, riti scaramantici no. Ma spilucco o bevo acqua naturale.
Scrive mai in cucina? No, mai.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? Scrivo nella stanza adibita a libreria. Oppure, di notte, a letto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Cucino lo stesso, anche se presa. Se poi una volta tanto capita che ci sia la pizza in casa, quella surgelata o quella fresca presa da mio marito, allora mi concedo uno strappo.  
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Solitamente amo più i cibi dolci, ma mi piacciono anche i tarallini, i grissini o i cracker.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Era il 23 dicembre Natale e il mio fidanzato -parlo sempre di quello che ora è mio marito- aveva intenzione di farmi la proposta di matrimonio proprio in quel giorno di festa. Tutti i nostri amici, che avevamo invitato, lo sapevano, tranne me. Lui mi ha aiutato a cucinare e, al momento del dolce, mi ha trascinata in camera mia, si è inginocchiato e mi ha chiesto in moglie. Quando siamo tornati dagli altri, i nostri amici avevano spento le luci e, con delle candele sul dolce, ci hanno fatto gli auguri di felice fidanzamento.
Lei è una scrittrice di narrativa, romance e fantasy soprattutto, e quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito? Quando ci sono i bambini, andiamo in quei locali dove si mangiano panini e patatine. Quando siamo tra amici o quando esco con mio marito, scegliamo anche locali eleganti. Ma raramente, visto che abbiamo sempre tante spese. Preferiamo andare in quei posti per festeggiare qualcosa, quindi non è la norma.
Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale? Purtroppo, quando esce un mio libro, vorrei fare le cose in grande, ma chi conosciamo non ama la letteratura quanto me. Quindi, festeggiamo in casa, mangiando meglio del solito e con piatti più sfiziosi. A loro difesa, però, devo dire che alcuni amici mi hanno preparato una torta a forma di libro una volta. Mentre altri mi hanno invitata a cena, preparando sempre una torta a forma di libro. In un locale tendo a ordinare il primo e il dolce. Oppure, un secondo. In questo caso, tutto a base di pollo o tacchino, non mangio altre carni. A parte i salumi.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Le presentazioni che ho fatto non hanno avuto bisogno di buffet. Ho presentato a Mantova, in provincia di Milano e alla fiera Internazionale del libro di Torino. Ma non è detto che in futuro non faccia presentazioni con buffet. Mi sembra molto carina come cosa.
Tenderà a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? In futuro, meglio un aperitivo.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Sì, in una favola per bambini.
Ad esempio in  “La voce del sentimento” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Sì, ce ne sono parecchi. C'è un festeggiamento a base di cibo scozzese e poi si parla di vari incontri in cui il cibo c'è.
Il cibo è mai co-protagonista? Nelle mie storie il cibo è presente, ma non lo definirei co-protagonista. Tranne in quella suddetta favola che non è mai uscita in commercio, ma solo come  libro dato dall'asilo di mia figlia alle famiglie. Insieme alla mia storia ce n'erano altre.
“La voce del sentimento” a che ricetta lo legherebbe, e perché? Al tiramisù perché ci sono momenti di sconforto in cui i protagonisti devono lottare per tornare a star bene. E come dice il nome del dolce, sarebbe perfetto per questo scopo.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio?
Il nome della ricetta non lo so.  
TORTA “Senzanome” di Evelyn Storm
Ingredienti: 200gr di burro, 100gr di farina, 100gr di fecola, 4 uova, un pizzico di sale, la scorza di un limone, mele tagliate a dadini, lievito vanigliato e 200 gr di zucchero. Procedimento: mescolare lo zucchero e il lievito con le uova. Quando l'impasto è liscio, aggiungere farina, fecola, sale, la scorza del limone e il burro sciolto. Versare l'impasto in una tortiera dopo averci messo della carta da forno. Mettere sull'impasto le mele tagliate a dadini e spolverizzarle con altro zucchero. Mettere in forno a 180 gradi fino a che l'impasto non è dorato. Infilare uno stecchino per verificare che il dolce sia pronto. Levarlo dal forno e servirlo.
Quale complimento le piace di più come cuoco? “Che buono, ma l'hai preso in pasticceria?”
E come scrittore? “Sei proprio brava, mi hai fatto sognare e anche un po' commuovere”.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? Mai arrendersi con la scrittura, e persistere per portare avanti questo lavoro che dà sensazioni uniche e indescrivibili per chi non è dentro il nostro mondo.
Grazie per la sua disponibilità
Sono io che dico grazie.
Federica Gnomo Twins                                                                           

http://www.inmondadori.it/La-voce-del-sentimento-Evelyn-Storm/eai978605031573/

Breve Bio di Evelyn Storm

- Si è diplomata al Liceo Classico.
- Ha collaborato con la rivista “Ginger Generation” e con “Almax Magazine”, con i siti “Fantasy Planet”, “Passione Lettura” e “Urban-Fantasy” e con la casa editrice “La mela avvelenata”.
- È blogger.
- Ha avuto lʼidea del racconto di gruppo “Dark Agony”, coinvolgendo 22 autori. Il racconto è uscito a puntate su “Passione Lettura”.
- Tra le poesie pubblicate: “Sposarti” sul numero 2 della rivista online “Stella Magazine”; “Bagliore dʼinverno”, tradotta in lingua straniera sul sito culturale polacco “poetica.art.pl”; “Pensieri”, tradotta sul sito culturale spagnolo “mundopoesia.com” e su quello messicano “poemas-del-alma.com”. E poi: “Mio signore”, uscita sullʼantologia “100 poeti per lʼamore”; “Stella cadente”, tra le vincitrici del contest “Scrittrici per caso” della rivista “Ragazza Moderna” e “Ali dʼangelo” e “Tʼimmagino”, edite sullʼantologia “Qui dove camminano gli angeli” della casa editrice “David and Matthaus”.
- Nel 2012 il racconto ispirato ad “Orgoglio e Pregiudizio”, “Darcy + Elizabeth”, è stato pubblicato sul blog “Il diario della fenice”;
- È uscito il romanzo “Grido dʼamore - Quando il sogno non basta”, edito dalla casa editrice “Lettere Animate”. Il contratto è stato chiuso e il libro, stravolto e con un nuovo titolo, uscirà prossimamente.
- Tra le antologie e i concorsi: “On the road - Diari di viaggio” della “Libro Aperto Edizioni” con il racconto “Un viaggio per due”. Terza al concorso “My Fantastory” con il racconto “Prigioniera di un vampiro”, pubblicato sul blog “Io Scrittore” e sulla rivista online “I Writer”. “365 storie dʼamore” di “Delos Books” con il racconto “Il mio respiro insieme al tuo” e “Impronte d'amore” della “Butterfly Edizioni” con il racconto “I segreti dellʼamore”.
- Nel 2013 è uscita la favola “Ridolina si addormenta”, edita da “Edizioni Il Villaggio Ribelle”, divisione del gruppo “David and Matthaus”.
- Ha pubblicato il romanzo “Il covo degli spiriti guardiani” con il gruppo editoriale “David and Matthaus”. Il libro resterà fuori fino al 2017, al pari del libro sopra “Ridolina si addormenta”, anche se Evelyn Storm non è più autrice della casa editrice.
- Nel 2014 è uscito il suo ebook “La voce del sentimento”.




martedì 21 ottobre 2014

TORTA GNOMO COMPLEANNO





Oggi è il mio compleanno! Vi piace questa torta Gnoma? 
E' facile da fare: comprate una tortina al cioccolato, ricopritela di PANNA montata e FRAGOLE
tagliate e riempite di panna, con decorazione in cioccolata in tubetto per scritte.
Se non trovate le fragole sono adatti anche dei Marron Glacé. Tagliateli allo stesso modo.
Io l'adorooooo!

lunedì 13 ottobre 2014

sabato 11 ottobre 2014

Teiere con piantine grasse

Questo è un lavoretto carino e facile da fare con vecchie teiere scompagnate o da buttare.
Riempitele con una composizione di mini piantine grasse.


giovedì 9 ottobre 2014

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Susanna Raule, Il Club dei Cantanti Morti, Otto Micron,2014


Interviste cook & book di Federica Gnomo Twins

Oggi salutiamo e ringraziamo la scrittrice Susanna Raule , Il Club dei Cantanti Morti, Otto Micron, 2014, per averci aperto la porta della sua cucina.
        * La storia si apre con la morte di Jimmy Razor, l’ennesima rockstar trasgressiva morta misteriosamente. Del caso sono incaricati i detective Wyte e Pullman della squadra rapine-omicidi di Los Angeles. Nessuno dei due è particolarmente entusiasta: è un caso ad alta esposizione mediatica; né la stampa, né i fan, né i  superiori daranno loro un attimo di tregua.
Nello stesso tempo, dall’altra parte dell’oceano, nella lussuosa biblioteca di due nobili inglesi compare una rappresenteza del Club dei Cantanti Morti, composta dal presidente, Johnn Lennon e da alcuni dei soci: Janis Joplin, Kurt Cobain, Jim Morris e Jimi Hendrix. Sono apparsi nella biblioteca di Nastasia Scott-Greene e Weasley Pennington per chiedere loro un’indagine: Jimmy Razor ha chiesto di entrare nel Club, ma nessuno è certo di come sia morto. E solo chi è morto di morte violenta può far parte del Club.

    
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mi piace molto mangiar bene, ma non cucino. Ossia... cucino se proprio ci sono costretta. Se sono da sola per un periodo non mi lascio morire di fame, ma di solito cucina il mio compagno o mangiamo fuori.
Lo fa per dovere o per piacere?
Quando devo, lo faccio per dovere, appunto. E so cucinare tre piatti “basic”, diciamo. Quelli mi vengono bene.
Invita spesso amici a casa o è ospite di altri?
A volte. Ma più che altro con gli amici mangiamo fuori e poi finiamo la serata a casa nostra con un bicchiere... di passito o di coca-cola per mandare giù, a seconda di com’è andata la cena!
Ha mai conquistato un uomo cucinando?
Decisamente no. Piuttosto il contrario: mi faccio prendere per la gola piuttosto facilmente.
Vivrebbe con  un un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Oh, be’, ma certo. Voglio dire, credo che le basi di un rapporto siano altre. Ma sono molto contenta del fatto che al mio compagno piaccia cucinare e sia bravo ai fornelli. Se non lo fosse lo amerei lo stesso, eh.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
Uno dei primi ricordi, che non so se sia “mio” o se sia un falso ricordo che mi sono formata per via dei racconti dei miei. Comunque, ero in montagna con loro. Ero molto piccola, per cui in teoria avrei dovuto mangiare ancora cibi per bambini. Magari non omogeneizzati, però cose morbide e non molto saporite. Se non che, a un certo punto inizio a lamentarmi dicendo che ho fame, ho fame, ho fame. Hai presente come fanno i bambini. I miei non hanno dietro niente da darmi, perché doveva essere un’escursione molto breve, avevo già mangiato e così via. Hanno solo un panino con lo speck. Provano a darmelo e io divoro il panino con lo speck, molto, molto soddisfatta. Ecco, questo è uno dei miei primi ricordi, o forse no.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Sono pochissime le cose che non mangio, ma tra queste ci sono le rape rosse. Mai piaciute e probabilmente mai mi piaceranno. I piatti di cui non mi stancherei mai sono diversi, invece. Su tutti la pasta con il tonno come la prepara Armando (il boyfriend). La adoro. Poi amo la tartare, la frittata di cipolle e, prima di diventare intollerante al lattosio, i profiteroles. Ah, e i pancake. Amo i pancake!
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Mh, no. Dicevamo: le rape rosse. Ma in realtà il colore delle rape rosse mi piace moltissimo. È il sapore che proprio non sopporto.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere?
Bevo parecchio caffè, ma indipendentemente da quello che faccio. Ho la pressione bassa e il caffè in alcuni momenti mi tiene letteralmente in piedi. D’inverno, dopo cena, quando sono al computer a scrivere, trovo molto piacevole un dito di Zibibbo.
Scrive mai in cucina?
No, non ho lo spazio!
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Di solito scrivo in sala. Ho davanti un albero gigantesco e molto vecchio e sento il rumore del traffico, quattro piani più sotto. Il momento in cui scrivo meglio è dopo cena, fino a notte fonda.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
A volte, paradossalmente, proprio quando sono molto presa dalla scrittura stacco e mi preparo qualcosa. Così metto a fuoco quello che sto scrivendo, mentre le mie mani fanno dell’altro. L’ultima volta sono stati i noodles con le verdure e la salsa di soia. Unico problema: le mie verdure à la julienne sembravano tronchi d’albero. Le ho mangiate lo stesso, ma, be’...
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
In generale sono più un tipo da salato. Ma ultimamente dopo cena mangio un Mars.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Non la definirei “carina”. Riguarda i bomboloni polacchi. Cioè, assomigliano a bomboloni. Bellissimi bomboloni coperti di zucchero... Ero in Polonia per un festival, avevano messo noi autori italiani in questa incredibile Casa della Cultura, uno dei lasciti “buoni” della dominazione sovietica. Dentro a questo edificio c’era un bar per i dipendenti e per gli ospiti, in cui andavo a fare colazione. Quindi, il primo giorno di permanenza, entro nel bar e vedo questo bombolone. Ha un aspetto succulento. Armando mi dice: “Non mangiarlo: ci ho provato anch’io, ma è pesantissimo”. Io mi stringo nelle spalle e lo divoro. Era enorme. Era anche molto buono, anche se non sapevo che mi avrebbe messa KO per un giorno intero, con lo stomaco a pezzi e tutto. Mi hanno poi spiegato che quei bomboloni sono preparati con lo strutto. Quintali di strutto. Se andate in Polonia, guardatevi dai bomboloni.
Lei è uno scrittore di gialli, horror, fantascienza. Quando esce a cena con i suoi  amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con  il suo compagno?
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Spazio. Con gli amici o con il mio compagno tendiamo ad andare nei ristorantini del centro. E io e Armando prendiamo regolarmente pizza, kebab e cinese take-away. Con gli amici a volte andiamo al giapponese, ma non tutti lo apprezzano.
Quando vado in un ristorante italiano sono un po’ limitata dall’intolleranza al lattosio, quindi cerco di prendere piatti di pesce o carne e di evitare la pasta, perché quasi sempre c’è del formaggio dentro. E sono pochissimi i dolci che posso mangiare al ristorante, per via del burro. Un’eccezione è il castagnaccio, tipico della mia zona, che è fatto usando olio, farina di castagne e uvetta.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Dipende da chi organizza la presentazione, in realtà. A volte prevedono un buffet, a volte no. Non penso che sia importante, onestamente. Per gli aperitivi ci sono i bar. A meno che non sia una presentazione in un bar, in effetti!
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Ad esempio in  “Il Club dei Cantanti Morti” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai co-protagonista?
In realtà, nel Club uso il cibo per rimarcare le differenze sociali e culturali tra i protagonisti. È sempre successo e negli ultimi anni l’attenzione un po’ radical chic all’enogastronomia ha accentuato ulteriormente la cosa. Non è bello, ma è un fenomeno. Quindi nel libro due personaggi particolarmente upper class mettono in mostra i loro gusti particolarmente upper class. Mentre il protagonista mangia una pizza surgelata, ecco.
“Il Club dei Cantanti” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
A diverse ricette per i diversi personaggi. Roba da fast-food per Jack Wyte, novelle cuisine per Pennington e Scott-Greene. E mint julep per Sonia, la ragazzina che muore subito all’inizio del libro. Dolcissimo mint julep ghiacciato.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio?
Dunque, no. Ve la regala Armando, almeno sarà commestibile. Eccola:
*RICETTA* ( ingredienti e procedimento)
BRUTUS SALAD
( elaborazione da un basic concept di Susanna, da noi così chiamato perché è praticamente l’omicidio di una Caesar Salad)
Ingredienti (per 2 persone)
300 g d fettine di tacchino
1 insalata iceberg (o lattuga, se vi piace l'insalata molla)
3-4 patate medie
1 cetriolo
il succo di mezzo limone
sale
pepe
olio

1.  mettete a bollire le patate in abbondante acqua salata.
2.  preparate in un piatto la miscela di succo di limone, un po' d'olio d'oliva, un pizzico di sale e di pepe e lasciatevi marinare le fettine di tacchino per 20 minuti.
3.  pulite e sminuzzate l'insalata
4.  sbucciate e tagliate a fettine il cetriolo, salatelo e mettetelo in un'insalatiera capiente insieme all'insalata.
5. cospargete il fondo di una padella di un sottile strato di sale fino e mettetela a scaldare a fuoco medio.
6. quando la padella è bella calda metteteci le fettine di tacchino marinate e continuate a rigirarle finché non sono dorate ma morbide. poi toglietele e tagliatele a quadratini.
7. quando le patate sono cotte lasciatele raffreddare, sbucciatele, e tagliatele a fettine.
8. aggiungete le patate  e il tacchino all'insalata e il cetriolo. condite con olio d'oliva, mescolate, e aggiungete un altro pizzico di pepe.
fatto!
 (se volete il tacchino un po' più morbido e saporito potete passarlo in un sottile strato di farina prima di metterlo in padella. ricordate però che in questo caso il fondo della padella va oliato).

Quale complimento le piace di più come cuoco?
“Sono sopravvissuto”.
E come scrittore?
I complimenti più belli di tutti li ho ricevuti dagli adolescenti. Un paio mi hanno addirittura detto “prima non leggevo”. Sono cose che ti fanno fluttuare a qualche metro da terra, onestamente.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
“«Quale club?» chiesi io, stranita.
Moon sospirò. «Il Club dei Cantanti Morti».
Mi servì qualche secondo per rendermi conto delle implicazioni di quello che avevo appena scoperto. Era… Era… Era la più immensa, sfavillante figata dell’universo! Ovviamente non feci domande stupide tipo “che cos’è il Club?”. Avevo già capito tutto. E stavo per avere un tracollo ormonale o qualcosa del genere.
«Ehi, che figata» dissi. «Cioè, tu sei in contatto con…?». Non ci potevo credere. Avevo trovato un senso alla mia morte, così, per puro caso. Era chiarissimo.”

Grazie per la sua disponibilità
Federica Gnomo Twins