lunedì 31 dicembre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Jolanda Buccella



Interviste culinarie di Federica Gnomo Twins

Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autrice Jolanda Buccella che ha scritto il romanzo Fortuna, il buco delle vite, edito da Ciesse edizioni, per averci aperto la porta della sua cucina.
Fortuna, il buco delle vite è la storia di una quarantenne che per amore del suo compagno Nadir, un affascinante pediatra ruandese, decide di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi del 1994. Le intricate vicende del destino poi la porteranno a trascorrere i suoi ultimi giorni in un carcere militare dove ripercorrerà il complicato cammino delle sue vite passate perché, a differenza della maggior parte degli esseri umani, Fortuna è una donna che ha vissuto tre vite completamente diverse e prima di arrivare alla sua identità definitiva, ha prestato il suo volto e le sue emozioni alla piccola J. una bambina con i capelli rossi e una brutta malformazione alla colonna vertebrale e alla fragile Piccoletta una povera barbona che viveva di espedienti per le strade di Roma. Lungo questo viaggio nel passato ritroverà i volti e le voci delle persone che più ha amato e odiato… il resto della storia toccherà ai lettori scoprirlo.



La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Sono sempre stata di buon appetito sin da bambina, adoro mangiare così come mi piace moltissimo mettermi ai fornelli, nonostante abbia una madre che cucina in modo sublime e prepara dei dolci che farebbero invidia al miglior pasticcere del mondo.
 Lo fa per dovere o per piacere?
Ora che vivo da sola a Milano sono costretta a prepararmi tutti i giorni il pranzo e la cena da sola, ma lo faccio con piacere per mettere in pratica tutto ciò che ho imparato in questi anni osservando mia madre mentre preparava il pranzo della domenica che per noi gente del sud è un momento speciale per ritrovarsi con tutta la famiglia e rimanere a tavola fino a pomeriggio inoltrato.
 Invita amici o è invitato?
Quando sono libera dai miei impegni lavorativi invito spesso gente a casa, mi aiuta a sentire meno la mancanza della mia famiglia che vive in provincia di Salerno, mi sento la regina del mondo quando qualcuno mi fa i complimenti per il mio ragù o la parmigiana di melanzane. 
 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
I miei amici milanesi li ha conquistati la pastiera di mamma, per quanto riguarda gli uomini invece ancora non ho avuto modo di prenderli per la gola, forse perché fino a questo momento ancora non c’è mai stato qualcuno che mi sia interessato a tal punto da volerlo invitare a cena a casa mia.
 Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Mi piacerebbe molto che il mio futuro compagno fosse una buona forchetta, detesto gli uomini che stanno attenti a tutte le calorie che ingeriscono e non si lasciano mai andare, se poi fosse anche un ottimo cuoco ancora meglio, avremmo una passione in più da condividere.
Quando ha scoperto questa sua passione?
È avvenuto tutto in modo molto naturale, un giorno di qualche anno fa mi sono ritrovata a casa da sola con le mie due sorelline minori e non c’era niente di pronto, così ho preso un pentolino nel quale ho versato un po’ d’olio e un pelato e ho fatto il mio primo sugo. Non era niente male, forse mancava un po’ di sale e gli spaghetti erano un tantino scotti ma le mie sorelle hanno gradito molto, così ho capito che preparare da mangiare per gli altri mi rendeva felice e da allora non ho più smesso di farlo.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
Il mio primo ricordo legato al cibo risale ai miei primissimi anni di vita, era una fetta gigantesca di pane fatto in casa con pomodoro tagliato a cubetti e olio extravergine d’oliva appena uscito dal frantoio, davanti al portone di casa di mia nonna.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo senza alcun ritegno le lasagne, la parmigiana e qualsiasi tipo di dolce, mentre non ho mai avuto un buon rapporto con le verdure.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Il verde delle verdure, però le mangio perché fanno bene alla salute.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare ferma a scrivere?
Quando scrivo ho bisogno delle crostate alla frutta di mia madre, sono veramente divine. Purtroppo ora che siamo così lontane devo accontentarmi di litri di caffè ristretto che, soprattutto la mattina presto, vanno giù che è una meraviglia.
Scrive mai in cucina?
A Milano mi riesce difficile visto che ho un cucinotto minuscolo, quando sono a Salerno a volte capita, in modo particolare la mattina all’alba quando è ancora deserta e posso godermela pienamente.
Altrimenti dove ama scrivere?
Scrivo soprattutto in soggiorno tra i libri che mi hanno fatto compagnia sin dall’infanzia e i mie fogli pieni di appunti disordinati che soltanto io riesco a interpretare.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura?
No, ho sempre mangiato roba genuina e continuerò a farlo per il resto della mia vita, in fondo non ci vuole poi così tanto a mettere su un po’ di sugo al pomodoro, calare una porzione di pasta nell’acqua bollente e concedersi dieci minuti per nutrirsi e riordinare le idee.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è presa dal suo lavoro? Salato o dolce?
Come anticipavo in una domanda precedente, quando scrivo avverto il desiderio di qualcosa di dolce ma davanti a una pizza fatta come si deve non mi tiro certo indietro.
Neanche io…
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Ho tanti aneddoti carini legati al cibo, perché ha sempre rappresentato una parte molto importante di me. Per esempio fino a qualche anno fa il sabato mattina mi alzavo all’alba per aiutare mia nonna a fare il pane, era qualcosa di magico… mi  sembra ancora di sentire il profumo caldo e avvolgente delle pagnotte appena uscite dal forno a legna, un profumo che non dimenticherò mai.
Lei è uno scrittore di narrativa quando esce a cena con i suoi amici  che tipo di locale preferisce?
Visto che a casa mia si mangia solo ed esclusivamente italiano, quando esco con i miei amici preferisco i locali etnici dove posso conoscere e apprezzare i cibi di altri Paesi. In questo momento vado matta per la cucina eritrea.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
No, fino a questo momento non ho mai usato il cibo in una storia, però è una bella idea. Magari un giorno potrei scrivere un romanzo che ha per protagonista il vino, un altro elemento che adoro accompagnato a un buon formaggio o a dei salumi.
In  “Fortuna, il buco delle vite” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Sì, per un certo periodo della sua vita Fortuna lavorerà nel ristorante di un amico del suo compagno e avrà modo di deliziare i clienti con i suoi buonissimi dolci.
Lei evoca con il cibo?
Il cibo e io ci evochiamo a vicenda, quando sono troppo impegnata a scrivere a un certo punto è lui a richiamarmi a sé e a ricordarmi che per scrivere qualcosa di decente ho bisogno di nutrirmi bene.
“Fortuna, il buco delle vite” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Fortuna mi ricorda un tortino al cioccolato, fuori con una crosta un pochino dura e dentro con un delizioso cuore morbido, perché lei è proprio così apparentemente sembra una donna arida ma dentro ha un mondo di tenerezza che aspetta solo di essere scoperto e compreso. 
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Fino a questo momento sono riuscita a fare una sola presentazione il 23 agosto scorso nella Sala delle Conferenze del Comune di Campagna (Sa), dove vivevo prima di trasferirmi a Milano e subito dopo ho offerto a tutti quelli che hanno avuto la gentilezza di partecipare un piccolo buffet di dolci che è stato molto gradito, speriamo di ripetere presto l’esperienza in altre città d’Italia.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
PARMIGIANA DI MELANZANE.
Ingredienti:
2 Spicchi di aglio, qualche foglia di basilico, 300g di caciocavallo, ½ cipolla 1,5 kg di melanzane, 1 dl di olio d’oliva extravergine, 150 g di parmigiano, 2 bottiglie da 700 ml di passata di pomodori, 100 g di sale grosso, sale per condire qb.

Per preparare la parmigiana di melanzane, per prima cosa dovete preparare il sugo di pomodoro ponendo in un tegame la cipolla e l'aglio tritati assieme a 4 cucchiai di olio di oliva. Fate soffriggere per qualche minuto, poi aggiungete la passata e lasciate bollire fino all'addensamento del sugo in ultimo aggiungete il sale e delle foglie di basilico spezzettate con le dita, quindi spegnete il fuoco. Spuntate le melenzane, lavatele e tagliatele a fette molto sottili, circa 1 cm ciascuna.
Mettetele in una scolapasta, disponetele a strati e cospargete ogni strato con del sale grosso. Lasciate risposare le vostre melanzane per almeno 1 ora, in modo che possano espellere una buona parte del liquido amarognolo che le caratterizza. Trascorso il tempo necessario, toglietele dalla ciotola, sciacquatele  e asciugatele per bene. Preparate quindi, una padella con un po' d'olio, friggete le melanzane finché saranno dorate su tutti e due i lati e lasciatele asciugare su un foglio di carta assorbente. Ungete una pirofila, cospargete il fondo con un po' di sugo e iniziate a disporre un primo strato di melanzane che devono essere sistemate una di fianco all'altra senza sovrapporle. Versate un po' di salsa sulle melanzane, stendendola uniformemente, e cospargete con un bel po’ di parmigiano. Tagliate a fettine il caciocavallo e distribuitene qualche fetta sulla salsa lasciandole un po' distanziate l'una dall’altra. Ora preparare il secondo strato e continuate ricoprendole di sugo poi di parmigiano e infine di fettine di caciocavallo fino all'esaurimento degli ingredienti. Ricordatevi che l'ultimo strato deve essere di solo pomodoro e parmigiano grattugiato. Mettete la parmigiana in forno a 200° per 40 minuti finché il pomodoro non presenterà la caratteristica"crosticina"dorata. Potete servire la vostra parmigiana sia ben calda, appena tirata fuori dal forno, che a temperatura ambiente... è ottima lo stesso anche fredda!
Quale complimento le piace di più come cuoco? E come scrittore?
Come cuoca  tiro fuori un sorriso a quarantadue denti quando mi dicono che la mia parmigiana è insuperabile, come aspirante scrittrice sono felice quando i lettori mi raccontano di essersi emozionati fino alle lacrime per la storia un po’ amara della mia Fortuna.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Mi porto nel cuore ogni frase della mia opera, sceglierne una in particolare significherebbe fare torto a tutte le altre, invece una frase che fa parte della mia esperienza e che mi ha riscaldato il cuore, dandomi la forza per non arrendermi mai è una frase di Giovanni Paolo II, un uomo che è fondamentale nella mia vita di tutti i giorni, la frase è: NON ABBIATE PAURA! Io grazie al mio amato Papa ho cominciato a non averne più.
Grazie per la sua disponibilità











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