lunedì 10 dicembre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Alexia Bianchini, "Minon".



Interviste culinarie di Federica Gnomo







Oggi salutiamo e ringraziamo Alexia Bianchini per averci aperto la porta della sua cucina.

Minon
romanzo dark fantasy – edito da CIESSE
Autrici: Alexia Bianchini – Fiorella Rigoni
Minon è una cacciatrice di spettri. È inconsapevole dell'origine del dono di poterli vedere e di riuscire a mandarli in un'altro mondo attraverso un portale che lei stessa apre.
Si accorge però che qualcosa sta cambiando...
Gli spettri sono soliti a indurre al peccato per potersi nutrire del male, ma ora spariscono anche umani in carne e ossa.


La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mi piace mangiare, a ogni ora del giorno. Sono onnivora e curiosa.
Adoro cucinare e sperimentare.
 Lo fa per dovere o per piacere?
Per dovere perché ho tre pargoli e un marito goloso. Per piacere, dato che è appagante.
 Invita amici o è invitato?
Entrambi. Adoro avere gente a cena, ma mi piace anche essere invitata e “mettere le gambe sotto il tavolo”.
 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
In parte. Forse perché mio marito è del sud, mentre io sono una polentona milanese. Ho imparato a cucinare i suoi piatti preferiti e lui ha cominciato ad apprezzare i risotti.
Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Certo, tanto cucino io.
Quando ha scoperto questa sua passione?
Da bambina. Preparare i risotti era la mia passione.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
È tristissimo. Mia madre era sempre a dieta, quindi non c’era un granello di cioccolato fondente per casa, preparava pietanze insipide e le porzioni erano scarse.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Adoro il risotto (non si era capito?) con salciccia e funghi, ma non posso sopportare nemmeno la vista del pancotto (piatto antico che mi propinava mia madre).
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Bordeaux, non sopporto le barbabietole.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
Caffè con tanto latte, oppure tisane a go-go.
Scrive mai in cucina?
No, in cucina leggo (oltre a mangiare).
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Scrivo nella stanzetta di mio figlio, con un vecchio PC che temo mi abbandonerà presto. Scrivo a ogni ora.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Mi capita di cibarmi al volo con i grissini.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Salato. Rumino nervosamente mentre scrivo.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Non vi è mai successo di dover mangiare due volte? Capita che non riesca a frenare il desiderio di cibarmi. Mi chiama, mi incita, e alla fine cedo. Solo che succede quando sono da sola, a volte poco prima di dovermi mettere a tavola con la famiglia. Che fare? L’unico modo per non farsi scoprire è mangiare di nuovo, e con gusto.
Lei è uno scrittore di fantasy-horror quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con sua marito?
Scelgo in base al cibo. Amiamo mangiare il pesce, la pizza e il cibo giapponese. Se siamo solo io e mio marito preferisco un luogo più intimo, con musica e  luci soffuse (sperando che non sbuchi fuori all’improvviso uno zombie dalle cucine).
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Pesce. Una bella zuppa di cozze, due linguine agli scogli, una frittura gustosa.
Inizio ad avere fame, molta fame.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Non rammento, ne ho scritte troppe.
Ad esempio in  “Minon” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Minon mangia una mela e un misero panino, non sta vivendo una bella situazione.
Lei evoca con il cibo? Il cibo è mai protagonista?
Diciamo che la sua mancanza ha una spiegazione logica. Minon vede persone felici, che cenano nelle loro case, ma per lei la vita è un po’ diversa. In compenso la principessa Exafiria, l’incarnazione del male, ha una fame indomabile, il problema è che per saziarsi vuole mangiare noi umani.
“Minon” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Risotto di seppia. Perché è un dark fantasy, si accosta decisamente bene!
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Sì, preparo sempre un po’ di spuntini. Credo sia gradevole, un modo per stare insieme dopo aver parlato del libro.
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo?
Non proprio due olive, ma nemmeno un pasto. Offro diversi stuzzichini, dolci e salati.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?

LE UOVA RIPIENE DI TONNO non durano più di un minuto in tavola. I miei bambini ne vanno matti.
Ingredienti Uova Ripiene:
5 uova sode
Tonno in scatola in olio d’oliva
1 ciuffo di prezzemolo
Maionese
Cuocere le uova sode, tagliare a metà e rimuovere il tuorlo. Stemperare bene i tuorli con tonno (almeno una scatola) e maionese (mezzo tubetto), prezzemolo (tritato fine), sale e pepe quanto basta.
Riempire gli albumi con il composto.
Impiattare decorando a piacere.
Quale complimento le piace di più come cuoco? E come scrittore?
È un piatto da divorare.
È un libro da divorare.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
«Padrona, sto andando a vedere se gli spettri stanno facendo il loro dovere, non vorrei mai che la mia signora potesse rimanere senza cibo», rispose il servo con voce raspante.
Exafiria lo fissò per un altro momento, stringendo le palpebre, poi lentamente ruotò il capo, non prestandogli più attenzione e tornò a mirare oltre le grandi finestre, persa nei suoi pensieri inquietanti.
Il suo stomaco emetteva continui gorgoglii per la fame, provocando un rumore sordo che la disturbava oltremodo.
La creatura ebbe un moto di rabbia.
Allungò le braccia esili che tese tremavano come corde bagnate, si portò le mani alla testa chiudendo le orecchie per non sentire più nulla attorno a sé.
I lamenti delle vittime, rinchiuse nelle segrete della dimora, arrivavano sino alla sua stanza, stuzzicandole l’appetito, mentre le liti di quei grandi rapaci che aleggiavano intorno alla torre erano sempre più frequenti, attirati dagli avanzi della principessa.

Grazie per la sua disponibilità
Grazie a voi, lietissima di aver risposto alle domande. Unico problema: mi è venuto un languorino…

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