lunedì 1 ottobre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Alba Cataleta



Interviste culinarie di Federica Gnomo

Alba Cataleta
 Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Alba Cataleta - Chiaroscuro di una vita - Eracle edizioni 2012
        Chiaroscuro di una vita, è un romanzo basato tutto su una serie di ricordi del protagonista, Matteo, che attraverso la sua storia ci racconta anche quella dolorosa di Francesca, sua cugina. Infatti, dopo aver ripercorso a ritroso i ricordi della sua infanzia, fino alla giovinezza e all'età adulta, Matteo si ritrova tra le mani il diario di sua cugina che racconta la sua triste vicenda. Consuetudini antiche, regole rigide e soluzioni drastiche si rivelano agli occhi del lettore man mano che viene a conoscenza delle esperienze vissute sia da Matteo che da Francesca. I codici dell'onore e del rispetto delle regole non si possono trasgredire in una società come quella della prima metà del Novecento ed i personaggi del romanzo ne portano i segni addosso per tutta la vita. Matteo in un certo senso si riscatterà, decidendo di raccontare la storia di Francesca, affinché sia di esempio per le generazioni future; inoltre la conoscenza della verità gli mostrerà le cose da un punto di vista diverso, permettendogli di liberarsi finalmente dai fantasmi del passato e riacquistando un rapporto nuovo anche con sua moglie ed i suoi figli. Francesca invece porterà sempre nel suo cuore il dolore per il male subito, sebbene alla fine decida di assegnare a suo cugino il compito di raccontare di quel dolore. La natura ed i suoi mutevoli paesaggi fanno da sfondo ai momenti più significativi di quella che appare come un'autobiografia nell'autobiografia. Con un linguaggio semplice, che però sa anche descrivere con minuzia di particolari le emozioni dei personaggi, l'autrice racconta delle esperienze comuni, ma che assumono un tono rilevante proprio per la presenza di una vicenda singolare e triste qual è quella vissuta da Francesca.
Potete acquistare il romanzo sulle piattaforme on line, scrivendo all'autrice o richiedendolo il libreria.

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Sì, mi piace molto sia l’uno che l’altro.
Lo fa per dovere o per piacere? Molte volte per piacere.
Invita amici o è invitato? Invito come pure sono io stessa invitata.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? Non so, perché non me l’ha detto mai nessuno, però tutti quelli  per cui io abbia preparato e prepari, mi dicono che è tutto buono e lo si nota perché non lasciano niente nei piatti, miglior prova di questa!
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mano ai fornelli? Per me sarebbe la cosa migliore: non cedo mai a nessuno il MIO posto ai fornelli.
Quando ha scoperto questa sua passione? Da sempre perché ho avuto una mamma intelligente che mi ha permesso fin da ragazzina di mettermi ai fornelli.
 Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Non è un bel ricordo, comunque lo ricordo da sempre e per sempre. Potevo aver avuto 4 anni quando, a tavola, vidi che il mio piatto di pesce fritto era meno abbondante di quello di mio padre e così, di corsa, senza dare tempo a nessuno  di afferrarmi,  mi alzai da tavola e corsi fuori ma inciampai nei gradini e mi dovettero portare dal medico per mettere 5 punti alla ferita che ancor oggi troneggia sulla mia fronte!
Ha un piatto che ama e uno che detesta? Amo moltissimo il pesce arrosto, detesto la trippa, mai assaggiata.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Il bianco.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O the, una bibita speciale per stare fermo a scrivere? Il caffè.
Scrive mai in cucina? Quasi sempre, per me, è l’ambiente più comodo, raccolto e accogliente di tutta la casa.
Altrimenti dove ama scrivere? E a che ora le viene più naturale? Scrivo a tutte le ore se mi vengono le idee devo mettere subito nero su bianco, in cucina…
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Salato, non amo moltissimo il dolce anche se lo mangio e in particolari  momenti lo richiedo molto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Non amo quel tipo di cibo, preferisco piuttosto un cibo povero come un piatto di  legumi che cucino sempre in abbondanza, per cui non mi resta che riscaldarlo e condirlo con olio d’oliva extravergine pugliese.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Ebbene, sì! Amo cucinare per gli amici e, a volte, preparo lasagne o ragù di carciofi o altro e quindi li chiamo perché ce n’è anche per loro Accorrono ben felici per prendere ciò che io offro ma per quanto riguarda la restituzione di pentole e tegamini, essa non è mai avvenuta. Li ricompro.
Lei è una scrittrice di narrativa, quando esce a cena con i suoi  amici  che tipo di locale preferisce? Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Di solito quando si esce, è per andare a mangiare pesce. Escludo però dalla mia dieta, gamberi, aragoste , molluschi, saraghi e spigole d’allevamento.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Certamente. “Chiaroscuro di una vita” è pieno di citazioni culinarie come anche gli altri miei scritti. In essi, c’è sempre un chiaro riferimento al cibo e, in alcuni, c’è anche la descrizione di qualche ricetta.
Quindi lei evoca con il cibo? Il cibo è  protagonista? In Chiaroscuro di una vita, c’è un intero capitolo dedicato a un pranzo epico in riva al mare per festeggiare la laurea del protagonista e altro.
Il suo romanzo  a che ricetta lo legherebbe, e perché? La ricetta è sempre quella dei pesci, alimento con cui sono cresciuta, essendo nata sul Golfo della Capitanata.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Nelle mie presentazioni, a detta degli ospiti, i buffet sono epici. Credo che tutto il cibo offerto e non, avvicini chiunque e, a maggior ragione, persone venute per festeggiare l’uscita di un libro.
Quindi tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo?
No, no, gli aperitivi, no. Ce di tutto e di più . Compresi primi piatti freddi, salumi, verdure, crudità, carni fredde ecc.
Complimenti!
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?

RAGÙ CON LE SEPPIOLINE RIPIENE.
 Per il sugo si procede come per quello della carne: soffritto di cipolla, sedano, aglio(sì metto sempre assieme aglio e cipolla oppure da solo lo scalogno), carota, prezzemolo, abbondantemente sfumato col vino bianco e aggiunta di pomodoro (di solito uso una scatola di pelati che passo al passa pomodoro) con 2 immancabili foglie di alloro secco. Al primo bollore di tal sugo immergo le seppioline che ho precedentemente imbottito con :
in una padellina antiaderente  faccio rapprendere, senza farle diventare frittata ma giusto il tempo di amalgamarsi, 2 o più uova, a secondo della quantità delle seppioline, per mezzo kg, 2 bastano, con olio extravergine di oliva. A fuoco spento, in seguito, aggiungo il prezzemolo e 1 spicchio d’aglio tritati finemente, l’aglio è la morte del pesce, poi abbondante parmigiano, se ho qualche tocchetto di salame, lo trito finemente e l’aggiungo e aggiungo anche se l’ho un po’ di scamorza secca tritata. Non metto sale, salame, parmigiano e scamorza già bastano.
Amalgamo il tutto – con le mani – e riempio le seppioline.
Salo il sugo ma poco, amo le diete iposodiche, lo faccio andare dolcemente e quando ha perso l’acqua di vegetazione delle verdure e del pomodoro, condisco pasta o riso.
Vi assicuro che sarà un successone, almeno per me, il ragù con le seppioline, in Lombardia, è sempre stato acclamato il piatto della serata, ovunque io l’abbia preparato per gli amici.

Quale complimento le piace di più come cuoca? E come scrittrice? Come cuoca, ormai è diventato di prassi che i commensali a metà cena si fermino e tutti insieme applaudendo mi dicano “Un applauso alla cuoca…”
Come scrittrice, il complimento che più mi piace è che il mio romanzo, una volta preso in mano e cominciato a leggere, non ci se ne distacca più se non dopo averlo finito e anche il sentirmi dire che, in molti, ci si sono ritrovati dentro come a vivere con la scrittrice le stesse emozioni e sensazioni, beh di certo è il mio pubblico, quello che mi conosce e che ama leggermi…
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
«… si iniziò molti giorni prima a preparare tutto l’occorrente per il pranzo epico che doveva essere offerto “alle persone estranee”, come dicevano i Granderelli, e quindi si doveva fare una “bella figura” con queste affinché, in seguito, raccontassero all’intero paese dell’abbondanza che c’era sulla tavola della nostra famiglia…»
Grazie per la sua disponibilità.
Grazie a te per la tua generosità, intelligenza,competenza e per l’opportunità datami.

Federica Gnomo





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