lunedì 20 giugno 2011

Frammenti di storie, di Alba Cataleta



Inauguro le recensioni con il libro  di una esordiente, Alba Cataleta, per due motivi.
Primo: è una storia d'amore. Semplicemente una storia d'amore e in Italia ormai le donne romantiche devono leggere o storie provenienti dall'estero ( e non voglio fare la provinciale ottusa , anche perchè amo tutte le scrittrici del mondo, ma la donna media italiana non sempre è una manager, o una reclusa nelle carceri dell'Asia ) o rassegnarsi a  gialli, horror e fantasy. L'AMORE sembra essere un argomento banale se scritto da italiane.
Peccato che le donne italiane siano assetate di romanzi d'amore ben scritti,  indirizzati a un pubblico adulto e con tematiche a noi vicine.
Secondo: come ho detto l'autrice è italiana, adulta e romantica. Classica scrittrice - lettrice di storie non volgari e con messaggi profondi.

FRAMMENTI DI STORIE
Racconti  di vita

di
Alba Cataleta

Confesso che il titolo mi aveva fuorviato verso una serie di racconti, anche se in copertina c’era scritto romanzo.

    Confermando la prima impressione, la storia parte con un entusiasmo debordante per la concezione dell’amore assoluto e totalizzante. C’è molto dell’ottimismo  dell’autrice in questo descriverci l’innamoramento di Federica, la protagonista, per il suo Marco. Un bellissimi uomo, talmente perfetto ai suoi occhi da farla vivere come in un sogno per molti anni.
Fino a metà del testo in effetti si assiste a questo rapporto  troppo  sbilanciato , tra la protagonista ,che arriva a sacrificare un luogo di lavoro e la vicinanza di affetti domestici, per cercare di vivere il suo amore con Marco, e l’uomo, che, tutto sommato, sembra corrispondere ma in modo più sfuggente.
 Il lettore è portato a comportarsi come gli amici di Federica, ma quello che a noi esterni sembra un donarsi eccessivo, l’autrice ci dimostra  quanto invece sia l’ideale di felicità per Federica. Lei in fondo al cuore crede nell’amore unico, eterno ed assoluto e,  avendolo trovato , lo difende e lo giustifica.
Marco, in tutto questo,  rimane compartecipe, quasi di sfondo, e  in effetti l’autrice poco ci svela di lui, quasi a riservarci la sorpresa che ci arriva a metà racconto.
Questo uomo, che sinceramente suscita delle domande dal principio” Perché non fa mai lui qualcosa per lei? Perché lei sempre lo giustifica e nulla pretende ?” si rivela di colpo assente.
L’autrice carica di felicità ogni pagina e poi in un capitolo, il 16, ci riporta alla cruda realtà. Federica si sveglia come da un sogno , in cui il suo amore sembra bastargli per due, e finalmente  dopo  una telefonata, in cui osa chiedere a Marco delle spiegazioni su una bugia, ha  la consapevolezza di avere investito sul niente.
Devo confessare che  questa parte del capitolo, in cui lei precipita nelle considerazioni dell’orrore di una “fine” che  sia questa dell’amore, o di una amicizia, o vita , mi è piaciuta tantissimo.
Ha reso la protagonista umana, dopo tanto incanto. Anche questa sensazione  arriva comunque totale, quasi adolescenziale: bianco o nero.
Si coglie la vicinanza con un mondo giovanile da parte dell’autrice, e questo la rende vivace e attenta. 
Marco non si fa sentire più per due anni e sette mesi.
Anche qui un colpo di spugna su un amore meraviglioso. Poi tutto ricomincia: le frequentazioni, gli amplessi, senza che la protagonista si renda conto nuovamente che il suo è un amore perfetto ma a senso unico.
Già al 21 capitolo Marco si svela definitivamente per quello che è. Un uomo con tanti valori , magnetico, speciale, ma solo per Federica. La lascia dopo anni , dicendo che il rapporto tra loro è mutato. La lascia come spesso gli uomini lasciano le donne che li amano: per mancanza di impegno , di fedeltà, di amore vero, scaricando le colpe.  In realtà ricomincia un balletto di telefonate , di prendere e lasciare , che in parte si può comprendere in una concetto ricorrente: un grande amore , intenso, come quello di Federica seppure limitato in giorni e ore la appaga più di uno  scontato e  tranquillo.

Devo dire però che alla fine della storia  rimane amarezza . La protagonista sembra essersi immolata ad un ideale.
Il che è un vissuto comune a molte donne romantiche.
Ma mentre Federica si riesce a comprendere, anche se talvolta si vorrebbe farla rinsavire, Marco rimane fino alla fine egoista e preso dalla sua propria vita.
Non si riesce ad amare questo personaggio, sino dalle prime righe.   Io mi  chiedevo, infatti, come fosse possibile detestarlo a tal punto .  L’autrice in questo è stata brava. Non ci ha mai fatto affezionare. Lo abbiamo cercato di capire nella sua indifferenza,  ma non siamo riuscite a giustificarlo neanche quando lo esaltava Federica.. La protagonista emerge parlandoci di sé, talvolta anche troppo, lui emerge in modo negativo, nella contrapposizione a tanta passionalità e impegno. Un uomo attento, amante perfetto a letto ma completamente incapace di essere presente e  costante nelle piccole cose. E soprattutto nella vita affettiva di lei.
La giustificazione, e una sorta di riabilitazione  di lui avviene alla fine, nel bar dove si incontrano tutte le strade della vita della protagonista. Ma non basta, e  in questo devo dare ragione all’autrice sulla scelta finale.

Federica Gnomo









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